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sabato 25 gennaio 2014

LA SINDROME "SHAH SHUJA"

Il presidente Karzai ha detto nuovamente che non firmerà l'accordo sulla sicurezza (Bilateral Security Agreement o Bsa) e che gli Usa sono liberi di lasciare l'Afghanistan, convinto che non stia a lui siglare un accordo che vincola gli afgani alle decisioni di Washington per almeno dieci anni. I motivi che gli analisti adducono sono tanti, ma Monish Gulati su EurasiaReview, ha suggerito, tra gli altri, la “sindrome di Shah Shuja”, il monarca afgano  (nell'immagine a dx) che, vinto in casa dai suoi nemici e riparato in India, aveva siglato accordi con il Raj britannico e si era fatto reinsediare su trono afgano dai potenti vicini occidentali che avevano fondato il Raj. Karzai come Shah Shuja? Vittima anche lui della storia che si ripete, visto che la tortuosa vicenda di Shah Shuja si intreccia con la disastrosa prima guerra afgana, che costrinse i britannici a una ritirata sanguinosa e disonorevole e condannò Shah Shuja alla prigionia e alla morte? Ecco come andarono le cose.

Shah Shuja Ul Mulk, settimo figlio di Timur Shah della dinastia Sadozai (che di figli ne aveva avuti 23 e che aveva portato la capitale da Kandahar a Kabul), era nato nel 1972, un anno prima della morte di suo padre nel 1793. Diventa governatore di Peshawar mentre infuria la guerra tra i suoi fratelli per il regno che fino al 1800 è nelle mani di Shah Zaman e fino al1803 in quelle di Mahamud. Shah Shuja lo detronizza e lo fa imprigionare proclamandosi re. I britannici, che con gli afgani si sono già scontrati per il controllo dell'India, si accordano con lui mandando dal re una missione nel 1809 capeggiata da Montstuart Elphinstone. E' il primo contatto - scrive Ludwig Adamec - tra emissari della regina e un monarca del “Forbidden Kingdom”, su cui Elphinstone scriverà anche un libro (An Account of Kingdom of Caubul). Il “Bsa” dell'epoca era un patto di alleanza di “eterna amicizia” tra britannici e afgani, contro un possibile attacco franco persiano. Mahmud però (allora non si facevano elezioni) torna in forze e si riprende Kabul deponendo il fratello che se ne va in esilio in India per una trentina d'anni (vi perderà il famoso gioiello Koinoor che Ahmad Shah Durrani, suo progenitore, porta sul suo copricapo nell'immagine in alto a sn). Mahmud intanto viene sconfitto nella  sua battaglia contro Dost Muhammad, il grande Amir della dinastia Muhammadzai (dei Barazkai), il cui padre gli era stato ucciso da Shah Zaman quando aveva otto anni e che approfitta dei dissidi fratricidi tra i figli di Timur Shah decretando la fine della dinastia Sadozai (1826). 

Ma le aperture di Dost Muhammad a russi e persiani non piacciono per niente ai britannici che, ossessionati da una possibile mossa russa o francese, decidono di invadere l'Afghanistan e rimettono sul trono Shah Shuja, che firma un nuovo patto con il governatore britannico in India Lord Auckland e con Ranjit Singh (l'uomo che gli porterà via il Koinoor), fondatore in Punjab di una nazione sikh in seguito assorbita dal Raj. Ma la spedizione (prima guerra anglo afgana), dopo che Kabul è caduta nel 1838 e Dost Muhammad è stato esiliato, finisce male così come il re fantoccio deciso a Londra e a Calcutta. Le truppe britanniche nel 1841 riparano malamente verso l'India e Shah Shuja viene imprigionato nella fortezza di Bala Hissar e in seguito ucciso nel 1842, pochi mesi dopo la disfatta britannica, mentre Dost Muhammad torna sul trono.

Alla Corona britannica la guerra afgana è costata almeno 15mila morti e venti milioni di sterline. Nell'immagine a destra, il famoso quadro di Lady Elizabeth Butler che ricorda la tragica fine del contingente. A Shah Shuja, l'amico (i Sadozai erano una  sotto tribù dei Popalzai, la stessa di Karzai) dei britannici, crollato appena il contingente aveva fatto le valigie, costerà, oltre al trono, la vita.  


Vedi anche: Return of a King: The Battle for Afghanistan, fortunato libro del 2013 di   William Dalrymple




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