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giovedì 12 dicembre 2013

STRAGE DI KUNDUZ (2009): NESSUN COLPEVOLE

La magistratura di Bonn, riferiva ieri Aljazeera, ha respinto l'accusa contro le forze armate tedesche per un raid aereo della Nato che uccise decine di civili
nel 2009 nei dintorni di Kunduz. Il tribunale ha stabilito che non c'è alcuna prova che l'ufficiale tedesco che chiese il sostegno di aerei da guerra per bombardare i dirottatori talebani di due autobotti di gasolio (ma a cui si stava rifornendo la popolazione civile locale) abbia violato le sue regole d'ingaggio. Secondo l'accusa, rappresentata da Karim Popal, un avvocato afghano - tedesco che rappresenta 79 delle vittime, quel fatto portò a una strage premeditata di almeno 137 persone, che ora chiedono i danni alla Germania. Ma per il ministero della difesa tedesco il colonnello Georg Klein, che chiese il sostegno aereo, ha risposto a ordini impartiti nell'ambito della missione Nato in Afghanistan e non agiva dunque esclusivamente per conto di Berlino. Insomma la Germania si gira dall'altra parte e sottoscrive in un certo senso che non vi fu nessun colpevole: né la Nato, né i singoli piloti, tantomeno chi chiese aiuto dall'aria. Gli afgani si rivolgessero alla ruota infame del loro destino.

La notizia arriva mentre il presidente Hamid Karzai sostiene che gli Stati Uniti si stanno comportando come una potenza coloniale: «Ci minacciano dicendo: “Non pagheremo più i vostri stipendi e ciò vi condurrà alla una guerra civile”. Queste sono minacce». Il presidente, che si riferisce alle pressioni per firmare il Bsa, lo fa forse con l'intento di cavalcare la tigre, ma come non dargli torto dopo che, secondo un tribunale europeo – in buona sostanza – a uccidere quei 130 e più afgani sono state solo le regole? Come se le regole non avessero poi degli interpreti umani. Ci sarà il ricorso in appello.

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