Gli Stati Uniti avevano promesso che in futuro non avrebbero più effettuato attacchi di droni in Pakistan durante i colloqui di pace con i talebani. Ma non hanno mantenuto la promessa, forse facendo la distinzione tra talebani pachistani e afgani. La promessa era arrivata dopo l'uccisione dell'ex capo talebano del Tehrek-e-Taleban Pakistan Hakimullah Mehsud agli inizi di novembre.
Ma proprio mentre una delegazione afgana di alto profilo si stava recando in Pakistan per concordare colloqui coi talebani afgani da poco rilasciati da Islamabad (tra cui l'ex numero 2 di mullah Omar, mullah Baradar), gli americani hanno ridato luce verde ai droni che hanno colpito giovedi prima dell'alba la stanza di una madrasa nell'area di Tal, distretto di Hangu. I primi resoconti dicono che tra gli uccisi (sei o nove a seconda delle fonti) ci sarebbero due figure chiave del clan Haqqani, Abdul Rehman e soprattutto Maulvi Ahmed Jan quest'ultimo ritenuto una figura chiave del movimento noto come Haqqani network.
Ma il raid, che come tutti gli altri viene malamente digerito a Islamabad, questa volta ha colpito fuori dalle tradizionali aree della tribal belt (l'area delle sette agenzie autonome a prevalenza pathan), colpendo un distretto che fa parte - come loro - della provincia del Khyber Pakhtunkhwa, ma si trova a ridosso della cintura tribale. Una sorta di doppia violazione della sovranità nazionale pachistana perché i missili ha centrato il loro obiettivo fuori dalla tradizionale area di combattimento (che è soprattutto l'agenzia del Waziristan).
Nell'immagine in alto , una mappa delle aree tribali (blu) e della provincia del Pakhtunkhwa (verde). Hangu (rosso) si trova fuori dalla tribal belt
Nell'immagine in basso, una riedizione tristemente ironica del dollaro
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