Visualizzazioni ultimo mese

Cerca nel blog

Translate

lunedì 24 dicembre 2012

LA DELUDENTE "ITALIA A TESTA ALTA" DELL'AGENDA DI MARIO MONTI

“Una parte rilevante dell'azione di governo è stata dedicata all'azione sul fronte internazionale”. Comincia così la parte dedicata al Belpaese nel mondo (L'Italia a testa alta è il titolo del sottocapitoletto) dell'Agenda Monti. Una parte così “rilevante” che - se si esclude l'Europa che occupa l'inizio dell'Agenda (due pagine) e i riferimenti alla Ue contenuti poi nel testo - il premier in pectore vi dedica esattamente 24 righe: una pagina sulle 25 dell'agenda (che con l'Europa arriva a tre su 25). Non è molto. E non c'è molto nemmeno per andare a testa alta a fare il bilancio del suo anno di politica estera governativa.

Intanto gli alleati. Monti, confermando quanto il ministro Terzi ha fatto per tutto il corso del suo mandato, rivendica di aver rafforzato la posizione dell'Italia nella Ue, rinsaldando “i legami con gli Stati Uniti” e “Promuovendo un forte legame transatlantico”. L'unico Paese da citare è dunque l'America e l'unica istituzione internazionale è la Nato. Per l'Onu c'è una sola citazione. Che viene dopo il passaggio sulla Nato.

Avremmo però rafforzato il nostro posizionamento in Asia e Medio Oriente “in tuttI gli scacchieri”. Quali? All'Afghanistan non è dedicata nemmeno una parola né dunque al ruolo che potremmo giocare in futuro in un Paese dove abbiamo ancora circa 4mila uomini. C'è solo una rapido passaggio sulle “missioni di pace”. Quanto all'Asia, non si può dire che si siano fatti grandi passi avanti. Se ci si pensa, viene in mente un solo Paese: l'India. E subito dopo viene in mente “marò”. C'è di che congratularsi. E il Medio Oriente? Meglio sarebbe stendere un velo pietoso visto che il ministro Terzi, ancora prima che lo facesse la signora Clinton, aveva consigliato alla Palestina, in netta controtendenza con la Ue, di rinviare la richiesta all'Onu come Stato osservatore. Poi il governo ha fatto una rapidissima marcia indietro (si dice grazie a Bersani sullo stesso Monti) che ha evitato al nostro Paese l'isolamemnto internazionale. Terzi era stato più realista del re, in questo caso gli Stati Uniti.

Vanno aggiunte quelle che sembrano affermazioni di rito, alcune delle quali sfiorano l'ironia. “Occorre maggior attenzione alle relazioni coi Paesi in via di sviluppo” e “va rafforzato il coordinamento delle politiche di cooperazione, mettendo a coerenza l'intero sistema di cooperazione italiano (pubblico, privati, territori e società civile)”. Per un Pese e un governo che si sono distinti nel taglio lineare dei fondi di cooperazione in netta continuità col passato, non c'è male.

E su tutto il resto? Confermando le linee guida che Terzi inviò ai suoi diplomatici alla fine dell'estate, Monti pensa che l'Italia debba valorizzare “la rete di italiani nel mondo”. Non è molto. L'agenda Monti dal punto di vista della politica internazionale non sembra dunque nulla più che un sintetico elenco piuttosto tradizionale (e conservatore)che sembra mancare di una visione innovativa. A meno che non si prenda il rafforzamento della rete degli italiani all'estero come un novità. Che però aveva già avanzato il ministro Mirko Tremaglia nel 2006.

Nessun commento: